LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI
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COMUNICATO STAMPA
 Anno XXXI n.18
29 Ottobre
2015

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GIORNATA MONDIALE CONTRO L'ICTUS
29 Ottobre 2015
IL PAZIENTE COLPITO DA ICTUS E' A RISCHIO ESPIANTO   

In alcuni ambienti scientifici che si interessano del paziente colpito da ictus cerebrale -paziente a rischio per il prelievo di organi- c'è un risveglio di coscienza finalizzato -in positivo- alla tempestività della diagnosi e terapie atte al suo recupero, anziché finalizzate come accade attualmente -in negativo- nella diagnosi affrettata di “coma irreversibile” che si è voluto erroneamente identificare con la “morte cerebrale”.

Dall'informazione sanitaria ufficiale si rileva che l'ictus cerebrale colpisce ogni anno in Italia 200mila persone. Basta questa cifra a far comprendere quanto irresponsabile è stata la politica sanitaria negli ultimi decenni nel dar sviluppo ai trapianti con gli organi dei pazienti colpiti da ictus, a causa di un'assistenza medica intempestiva e/o inadeguata.
La Società italiana di neurologia (Sin) nella VIII giornata mondiale finalmente ribadisce l'importanza delle Stroke Unit, unità ospedaliere di assistenza specifica, già attuate in altri Paesi.

E' la stessa Ministra della Salute Beatrice Lorenzin a dare indicazioni per l'organizzazione della rete delle Stroke Unit (Decreto 2.4.2015) per standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi. Dichiara che il numero delle Stroke Unit dovrà all'incirca raddoppiare, e con ciò stesso ammette la gravità della carenza ospedaliera dove l'infartuato giunge incosciente per essere curato e non espiantato, come sovente avviene. Ogni Stroke Unit farà riferimento al neurologo e al personale specializzato dedicato 24 ore su 24. A parte una realtà organizzativa deficitaria, afferma il neurologo, “assistiamo ad una carenza di specialisti” i cosiddetti neurointerventisti. Quindi benvengano progetti di formazione su questa “specialità” e il finanziamento di Master di II livello per neurologi, neurochirurghi, neuroradiologi e radiologi.

L'ictus è uno dei maggiori problemi di salute pubblica per via della vita stressata a cui siamo sottoposti. Si verifica quando l'afflusso di sangue diretto al cervello si interrompe improvvisamente per la chiusura o la rottura di un vaso cerebrale. Nel primo caso si parla di “ictus ischemico” che è la forma più frequente, mentre nel secondo caso di “ictus emorragico” che è la forma più grave .

Nessuno pretende l'intervento della Stroke Emergency Mobile, al momento, però sarebbe doveroso  che l'autorità sanitaria ministeriale a cui abbiamo segnalato più volte la “Terapia dell'Ipotermia Cerebrale Controllata”, sperimentata già dal 1996 dalla Nihon University (ns Comunicati ANSA 10.12.98 e 10.09.15), si determinasse ad agire in quanto “una dichiarazione affrettata di cosiddetta 'morte cerebrale' senza che sia stata tentata tale terapia potrebbe ben costituire omicidio o, come minimo, premeditata omissione di soccorso e malpractice”.
Questo trattamento neuroprotettivo, assai promettente secondo gli esperti ha indotto l'Europa a finanziare un grande studio clinico che però sembra languire. Il progetto sperimentale, Eurohyp 1, è stato presentato a Bruxelles ca. 5 anni fa. L'Italia partecipa con 5 Stroke unit legati agli atenei La Sapienza e Cattolica di Roma, all'Istituto scientifico universitario San Raffaele, all'ospedale  Niguarda di Milano e al Policlinico Gemelli di Roma, sotto la guida dell'Università La Sapienza.
Ma cosa aspettano ad utilizzare negli ospedali tale trattamento?! Un freno per certo è dato dallo scarso interesse dell'industria farmaceutica e dall'ostruzionismo della lobby trapiantistica. Senza una terapia urgente l'evolversi del processo patologico determina lesioni consequenziali gravi.
Se questo assunto è valido le persone colpite da malattie cerebrovascolari e non curate, urlano vendetta.


Consiglio Direttivo
Nerina Negrello - Presidente
Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi
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